Trasgressivo, smodato, bizzarro, pungente e che altro? Senz’altro ubriacone e per di più… gran frequentatore di signore equivoche. E non lo nascondeva. Anzi, uno dei suoi aforismi più noti recita “Ospedali, galere, puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.”
Charles Bukowski era un maledetto, però geniale, anche troppo, per questo non si prendeva sul serio. Probabilmente si serviva di effetti teatrali, di maschere estemporanee, proprio per andare controcorrente e screditare il conformismo dell’anticonformismo. Il peggiore.
Imbrigliare la sua eclettica personalità, la sua esagerata intelligenza, la sua sofferta sensibilità (sì, era sensibile) in qualche definizione, non è certo facile.
Ci ha provato e ci è riuscito Paolo Roversi, giovane scrittore milanese, uno dei massimi esperti del poeta della sbornia, del sesso e dell’amore tout court. Oltre a dedicargli una biografia ha scritto un originale romanzo Taccuino di una sbronza. L’uomo che credeva di essere Bukowski.(ed. Morellini) Un crescendo di avventure grottesche e sgangherate, condite da bevute colossali in cui il protagonista Carlo Boschi è convinto di essere la reincarnazione di Charles Bukowski, appunto. Ne ripercorre i modi, le manie e gli atteggiamenti non sempre edificanti. Credibile anche l’incontro di Carlo/Charles con la bella Linda, omonima del grande amore bukowskiano. L’avvincente racconto viene dato alle stampe giusto un ventennio dopo la morte del prolifico scrittore americano, sopravvenuta in California nel 1994. Ebbene, snodando la surreale vicenda di Carlo, quale mistificatore (è o non è in buona fede?!) di Charles, si delinea pure l’uomo Bukowski con le sue debolezze, i suoi sentimenti, i suoi riferimenti culturali, la sua passione per la musica classica. Diciamo che il nostro autore va molto al di là della leggenda del rivoluzionario da tastiera, dell’erotomane da tener buono con un bicchiere, dell’attaccabrighe di origine tedesca. Via, via Roversi ci rivela lo scrittore di razza quale Buk era. Sorprendente e sconcertante.
Un insieme di emozioni da ritrovare, oltre che in libreria, sul palcoscenico. Sì, perché l’attore-regista Sergio Scorzillo, già nostro amico, ne ha tratto una piéce che va in scena questa sera stessa al Teatro Pima di Milano. Naturalmente da lui diretta.
-Raccontaci Sergio, la versione teatrale quanto è fedele al testo di Roversi?
“Lo svolgimento della trama si basa sul testo, ma il personaggio Bukowski è più che mai basato sulla filosofia di vita tratta dai suoi scritti originali, come ‘Il capitano è fuori a cena’ o ‘Post Office’ o ‘Storie di ordinaria follia’, resa con dei monologhi un po’ deliranti e assolutamente divertenti. Questa versione è piuttosto cinematografica, difatti sul palcoscenico si alternano flash back, spot, cambiamenti repentini di scena, di contesto e di umori. Bravissimo il protagonista Alessandro Cantarelli, già noto in TV per la sua partecipazione a ‘Scherzi a parte’ e altro. Molto credibili anche gli altri attori, cioè Massimo Barbieri(Romeo), Alessia Bedini(Sara), Luigi Vitali(Walter), Carlotta Oggiani(Linda). Non ti voglio dire di più, sennò addio sorpresa…”
Va bene Sergio, ci vediamo in teatro dove mi aspetto di veder riapparire lo scrittore statunitense tra i più popolari e amati in Europa. Si sa che anche per il grande Buck è stato purtroppo valido l’assioma affermante che nessuno è profeta in patria. E sarà un Bukowski pronto a berci su o a consolarsi ascoltando rapito “Resurrezione” di Gustav Mahler?
A 20 anni dalla scomparsa del grande Charles Bukowski, Sergio Scorzillo e Alessandro Cantarella leggeranno brani del romanzo di Palo Roversi “Taccuino di una sbronza” .
Verranno proiettate rari documenti filmati dello scrittore.
Musica degli Awos Jazz Quartet.
Ingresso libero, possibilità di libro+consumazione a 10 euro.
Serata Bukowskiana al cinema Mexico di via Savona, 57 Milano
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