Secondo uno studio dell’associazione medica canadese il vaccino antinfluenzale ridurrebbe del 30% i ricoveri in ospedale per ictus, del 22% i ricoveri per scompensi cardiaci e un abbassamento del 15% dei ricoveri per polmonite o influenza.
Il numero di ricoveri negli ospedali, per problemi cardiaci e ictus diminuisce grazie al vaccino contro l’influenza per i diabetici, inoltre diminuisce la mortalità nel corso dell’inverno. Questi sono i dati emersi da una ricerca resa noto dal CMAJ (Canadian Medical Association Journal).
Il vaccino contro l’influenza è proposto in forma completamente gratuita nel nostro Paese a chi ha più di 65 anni, alle donne in dolce attesa e a individui con patologie croniche, come il diabete di tipo 2. L’Italia si era già preoccupata di offrire gratuitamente il vaccino a soggetti sensibili, ma poche ricerche ne avevano fino ad ora valutato la fruttuosità e gli effetti benefici. Gli studiosi dell’Imperial College londinesi, tra il 2003 e il 2010, hanno valutato clinicamente 124mila e 503 inglesi, di età adulta, con diabete di tipo 2, circa il 65% dei quali si è sottoposta al vaccino antinfluenzale.
Se consideriamo i soggetti che non si erano sottoposti al vaccino, quelli che l’avevano ricevuto, evidenziavano un abbassamento del trenta per cento dei ricoveri in ospedale per ictus, del 22% dei ricoveri per scompensi cardiaci e un abbassamento del 15% dei ricoveri per polmonite o influenza.
In aggiunta, avevano nel complesso un tasso di mortalità del 24% più basso rispetto ai soggetti che non avevano ricevuto il vaccino. “La parte più alta dei decessi causati dall’influenza nel corso di ogni anno – ha dichiarato Eszter Vamos, principale autore della ricerca – avvengono in individui con condizioni di salute che già erano presenti come il diabete di tipo 2. Questa ricerca consiglia che il vaccino può avere enormi effetti benefici”.
Lo studio è stato particolarmente ampio, comprendendo ben 124.503 pazienti con diabete di tipo 2 e ha osservato come il vaccino antinfluenzale abbia aiutato a ridurre il numero di ospitalizzazioni per persone con problemi cardio-circolatori, in un periodo di 7 anni. I ricercatori, oltre alle osservazioni demografiche, sociali e cliniche, hanno anche studiato i mesi estivi, durante i quali i casi di influenza sono scarsi, per meglio comprendere le differenze tra le due popolazioni di pazienti, tra chi riceveva il vaccino e chi non lo riceveva.
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Una ricercatrice di salute pubblica all’Università di Toronto, la dottoressa Laura Rosella,
ha aggiunto: “È risaputo che persone con condizioni croniche di salute, tra le quali problemi cardio-vascolari, sono maggiormente soggette alle complicazioni dell’influenza. Per questa ragione la migliore protezione contro le persone con condizioni croniche è in primo luogo il vaccino, in primo luogo.“