Roberto Maroni assume, ad interim, le deleghe degli assessori alla sanità e al welfare della Lombardia, per varare la nuova riforma sanitaria.
Sarà per il prossimo venerdì 4 settembre l’inizio dello stravolgimento della sanità di lombardia marchiato Roberto Maroni. Il Governatore difatti, da quest’oggi, nella realizzazione della riforma sanitaria, ha acquisito ad interim le deleghe di 2 assessori, nello specifico la Sanità, incarico coperto da Mario Mantovani, e quello del Welfare al punto in cui eravamo ieri amministrato da Cristina Cantù.
I 2 sono stati di fatto tolti dai reciproci incarichi e mossi altrove: Mario Mantovani, di fatto, resta vice-presidente della Giunta e riceve in aggiunta la delega alle relazioni internazionali, nel momento in cui Cristina Cantù probabilmente non otterrà altre posizioni in Giunta ma si troverà a condurre la futura Agenzia di Vigilanza e Controllo.
La riforma congettura fra i diverse aggiornamenti proposti l’unificazione degli assessorati alla sanità e al welfare, la diminuzione delle Asl che cambieranno nome in ATS (Agenzie di tutela della salute) e diminuiranno da sedici a otto, con un risparmio di circa trecento milioni da reinvestire nel apparato per merito della rimodulazione dei ticket.
Tutti gli enti ospedalieri saranno inglobati nelle ventotto Aziende socio-sanitarie territoriali (ASST) ciascuna delle quali avrà un settore consacrato ai ricoveri ospedalieri e uno alle attività territoriali che, nel progetto legislativo, costituiranno il fulcro attorno al quale ruoterà tutto il nuovo apparato di distribuzione delle performance della sanità.
Stando ad alcune opinioni, la riforma richiesta da Maroni sarebbe una specie di de-formigonizzazione dell’apparato sanitario lombardo, ma come è ovvio non va comunicato all’ex Governatore già ferito per aver dovuto abbandonare l’incarico di presidente con enorme anticipo a causa del partito della Lega risoluto nell’incoraggiare un cambio di ritmo e di metodologia rispetto a 15 anni e più di super potere formigoniano.
Maroni conserverà tra le sue dita la delega sanitaria mentre aspetta di portare a termine la fase di cambiamento del nuovo assessorato come atteso dalla riforma.
Un divenire che dovrebbe terminare il prima possibile entro il mese di ottobre o al massimo entro dicembre. “prontamente, avvenuta l’approvazione della riforma del apparato socio sanitario – ha chiosato Maroni – avevo informato che per il termine del mese di agosto sarebbe arrivato il nuovo assessore e l’obbligo dichiarato è stato mantenuto.”
“Decreto l’inizio della riforma, poichè la prima fase è al solito la più difficoltosa. Venerdì in mattinata porterò in Giunta le prime disposizioni della riforma e nel pomeriggio inizierò a fare un giro delle strutture degli ospedali lombardi per esibire la riforma.
Manterrò le deleghe fino al punto in cui sarà necessario. Il primo termine è stabilito per la fine di ottobre per rielaborare se sarà necessario l’allegato A della legge.
In seguito ci sarà la scadenza di dicembre con la nomina dei nuovi direttori generali. Infine, dal mese di gennaio, la riforma funzionerà a pieno regime“.
In questa fase di transizione, resteranno al loro posto i 2 direttori generali, Giovanni Daverio per il Welfare e Walter Bergamaschi per quanto riguarda la sanità.
Durante il meeting, durato dalle dalle 15:30 fino alle 17 circa, il presidente Maroni ha desirato ringraziare gli assessori per l’incredibile lavoro svolto in questi prima parte della legislatura, lavoro che ha collaborato a compiere al fine di rendere l’apparato socio-sanitario lombardo una perfezione assoluta in Europa, senza mai uscire dal bilancio previsto.
Le chiamate telefoniche si verificano in veloce successione , perché la Gelmini e i dirigenti di Forza Italia non possono tenere in considerazione l’opzione di perdere il controllo sanitario. Fatto che sta effettivamente succedendo. Forza Italia potrebbe rispondere con una protesta attraverso uno sciopero bianco da attuare quando riprenderanno i lavori regionali.