Blocco delle assunzioni in Sardegna e ospedali al tracollo. La Giunta della regione sardegna interviene sul turnover. Fino a quando non verrà completata la riforma dell’organizzazione e della istituzione sanitaria la spesa verrà contenuta
Ospedali al tracollo, come in tutto il nostro Paese, fermate in parte le assunzioni del nuovo personale nell’apparato sanitario della isola.
Edoardo Tocco (FI), consigliere regionale va all’attacco: “è un provvedimento poco congeniale e poco opportuno“.
La difficoltà del personale medico e ausiliario non è una novità, né è relativo solo agli ospedali di Cagliari. Ma è lapalissiano che l’uscita della delibera dell’assessore Arru che blocca le assunzioni ha sollevato un polverone d’indignazione popolare.
“Un atto troppo grave” per Tocco, membro del piccolo parlamento che gestisce la sanità nell’aula di via Roma e che corre il rischio di gravare sul “funzionamento delle aziende della sanità“.
Oltre la diatriba però c’è anche un atteggiamento costruttivo.
“E’ una scelta che avrebbe dovuto nascere da una organizzazione generale della rete ospedaliera della sardegna nel suo complesso. Una presa di decisione di questo tipo implica effettivamente tagli di tipo lineare, senza valutare i casi nello specifico, che ledono indistintamente qualunque realtà disseminata in tutte le zone della sardegna. Certi poli hanno esigenze del tutto personali, ma alla fine si sceglie di stoppare le assunzioni“.
Il costo del personale, difatti, ricade sui costi totali della sanità per il trentasei per cento annuali. “La diminuzione delle risorse assegnate al finanziamento dei servizi essenziali di assistenza alla gente – asserisce l’assessore Arru – rende indispensabile un intervento aggiuntivo per razionalizzare e contenere i costi.”
Pertanto senza una riforma concreta del network ospedaliero, i blocchi non servono a niente.