Syd Barrett non era psicotico o schizofrenico come si era ipotizzato ma, secondo un ricerca tutta italiana condotta da Mario Campanella, aveva la sindrome di Asperger
Syd Barrett, il cui vero nome era Roger Keith, uno dei fondatori e frontman dei Pink Floyd morto, il sette luglio del 2006, all’età di sessanta anni, avrebbe avuto la Sindrome di Asperger. La teoria è sostenuta da una recente ricerca italiana condotta da Mario Campanella e pubblicata sulla nota rivista scientifica Clinical Neuropsychiatry con il titolo: “Syd Barrett: was he suffering from schizophrenia or Asperger’s syndrome?”
Syd Barrett, prima di ritirarsi a vita privata, aveva registrato due album come solista: “The Madcap Laughs” e “Barrett”, pubblicati nel 1970.
La sua esperienza e talento influenzarono la produzione seguente dei Pink Floyd, specialmente in album come “Dark Side of the Moon”, “Wish You Were Here” e “The Wall”.
Lo stile chitarristico innovativo di Barrett e la sua propensione all’esplorazione e a nuove tecniche sperimentali, come l’uso della dissonanza, distorsione e feedback, hanno avuto un impatto enorme su altri grandi musicisti come: David Bowie, Brian Eno o Jimmy Page.
Dopo il suo ritiro, Barrett ha condotto una vita da recluso dipingendo e dedicandosi al giardinaggio, ignorando completamente la sua popolarità e creando ancor più il suo mito e la sua leggenda.
L’utilizzo di droghe sintetiche di ogni tipo e il ritiro sociale davano l’impressione che l’artista soffrisse di schizofrenia. Tuttavia, recenti studi, suggeriscono l’ipotesi che Barrett soffrisse di una sindrome di Asperger a bassa funzionalità.
Syd Barrett, figlio di un anatomista, aveva 4 fratelli e durante tutta la sua infanzia, mostrava profondo interesse nell’arte e nel disegnare. Aveva sviluppato una passione per Edward Lee e dipingere era diventata la sua passione. Solo a 14 anni cominciò ad amare la musica e cominciò a sperimentare con la chitarra elettrica che si era comprato.
Entrò in un gruppo che si chiamava “Geoff Mott and the Mottoes“. Tra i suoi amici c’era anche Roger Waters, che nel frattempo aveva cominciato a suonare il basso.
Syd cominciò a comporre canzoni e ad assumere LSD quando aveva 17 anni. Appassionato di Pink Anderson e di Floyd Council, fondò il suo gruppo col nome: Pink Floyd.
Il recente studio scientifico è il primo del suo tipo a verificare l’ipotesi che il celeberrimo chitarrista inglese fosse sofferente dalla Sindrome di Asperger, una patologia nella quale i sintomi sono più leggeri paragonati ad altri disturbi presenti nello stesso gruppo diagnostico, e collegata con l’autismo e tradizionalmente concepita come un tipo di autismo ad alto funzionamento.
La ricerca ipotizza, pertanto, che Syd Barrett fosse sofferente di questo speciale tipo di autismo, collegato ad un disturbo di personalità di tipo schizotipico, ovvero un disturbo di personalità che ha le caratteristiche di una propensione a isolarsi dalla società, e da pensieri bizzarri, solitamente vago o metaforico oltre ad altre stramberie del comportamento.
Sono tutti sintomi che avrebbero collaborato a tenere Syd Barrett lontano dal palco dal 1972 al 2006, anno della sua morte. La teoria porrebbe quindi in dubbio la che il leader dei Pink Floyd fosse affetto da un disturbo schizofrenico.
Mario Campanella racconta che Barrett utilizzò negli anni ’sessanta droghe allucinogene di tipo sintetico che erano molto diffuse in quel momento storico. E l’utilizzo proprio di allucinogeni fabbricati in laboratorio viene indicato come causa determinate della sua schizofrenia, anche se l’artista non è mai stato ufficialmente diagnosticato con questa patologia, né è stato riportato da nessuna parte che abbia subito ricoveri in qualche ospedale per difficoltà di tipo psichiatrico. Comunque, studi recenti – continua Campanella – indicano che, d’altro canto, Barrett potesse essere sofferente della sindrome di Asperger.
L’ipotesi della ricerca, condotta insieme a Donatella Marazziti, direttore scientifico della Fondazione BRF Onlus, è quindi che l’artista inglese avesse una sindrome di Asperger e non schizofrenia, come sempre si era detto.
“La sinestesia, il suo impeto di emozioni per i colori, la camminata ondulante solita degli aspergeriani, l’isolamento, la passione per la pittura indicano come possibile l’ipotesi della sindrome d’Asperger. L’Asperger può anche permettere di condurre una vita socialmente ma, in questo caso , fu difficile a causo di un utilizzo fuori controllo di allucinogeni e dalla presenza concomitante di un disturbo della personalità.
Dopotutto non è mai stato documentato che Barrett avesse subito ricoveri in un clinica psichiatrica, oltre a non aver mai ricevuto alcun tipo di diagnosi psicotica e i suoi deliri e allucinazioni (presenti nella sua biografia) sarebbero collegati al momento nel quale assumeva droghe allucinogene“. aggiunge l’autore.
Campanella conclude chiosando: “L’ipotesi della psicosi può essere servita alla band, innanzitutto per Roger Waters, che all’indomani dei settanta anni ha venduto oltre seicento milioni di copie di dischi accumulando miliardi di sterline in royalties. Di questi risulta che sono stati poi versati a Barrett solo 1,6 milioni di sterline che avrebbe dovuto condividere l’intero ricavato di “Wish You Were Here”, visto che l’album era stato integralmente ispirato da lui.
Il tentativo di catalogare Syd Barrett come psicotico, comunque, ha creato un aura misteriosa anche attorno ai suoi ex compagni dei Pink Floyd, ma forse la verità, sta come spesso accade, nel mezzo dei fatti raccontati fino a oggi.