Padova, impiantato per la prima volta nella nostra Penisola un mini cuore bionico
Un cuore completamente creato in modo artificiale e di produzione statunitense “CardioWest 50 cc“, minuto, adeguato per persone giovani e donne. Ad accoglierlo un ragazzo che aveva già subito un trapianto e che, sfortunatamente aveva ricevuto la terribile diagnosi di un linfoma e non poteva quindi accogliere un organo umano.
“a seguito dell’espiantato del cuore installato dodici anni prima, operazione molto complicata legata al anteriore trapianto cardiaco – sottolinea Gerosa – abbiamo impiantato il nuovo cuore bionico totale, e lo abbiamo attivato lasciando il recupero dei vari organi danneggiati. L’artificio è stato collegato con i grandi vasi del busto e una consolle esterna gli dà l’aria capace di far spostare i diaframmi presenti all’interno del cuore artificiale, capace di pompare il sangue“. La consolle ha un’autonomia di sei ore, con l’eventualità di ricarica diretta da parte del paziente. Ora il ragazzo sta bene e risulta positiva anche la cura per il linfoma visto che il cuore bionico non necessita di medicinali anti-rigetto.
L’unità di cardiochirurgia dell’azienda ospedaliera di Padova, tra le più famose nella regione Veneta, nel 2007 è stata la 1° nella nostra Penisola installare a in pazienti adulti il cuore artificiale totale “CardioWest settanta cc”, iIl modello anteriore che però “aveva dimensioni che non ne consentivano l’utilizzo in giovani e donne – spiega Gino Gerosa – non tanto per il peso, che possiamo considerare minimo visto che si tratta di poliuretano, quanto per la stazza”. Il nuovo dispositivo ha d’altro canto la dimensione corretta “Pensate a un’arancia di cinquanta centimetri cubici di volume”, suggerisce con entusiasmo il cardio-chirurgo
L’installazione è stata completata dall’Azienda ospedaliera padovana che illustra, in aggiunta, come l’intervento chirurgico è stato operato, mai intentato in precedenza, in un ragazzo che già aveva subito un precedente trapianto.
Il giovanotto che ha ricevuto l’operazione chirurgica durata undici ore, aveva una grave insufficienza cardiaca e aveva ricevuto il primo trapianto cardiaco già a quindici anni.
L’operazione del passato era perfettamente riuscita, ma l’estate passata, purtroppo, aveva ricevuto la diagnosi di linfoma, un tumore che nelle persone cardio-trapiantate – narra l’Azienda ospedaliera – può emergere come ripercussione della terapia a base di medicinali immuno-soppressori assunta come forma preventiva per ovviare al rigetto dell’organo.
Più avanti nella grave patologia tumorale, in fase avanzata, il giovanotto aveva dovuto sottoporsi a cicli chemioterapici che hanno deteriorato in modo non reversibile il cuore trapiantato. La situazione clinica, ancor più compromessa, permetteva una terapia con la macchina Ecmo cuore-polmone solo per poche settimane, sperando che il giovane potesse recuperare la funzionalità cardiaca.
“Giunti a questo punto l’unica via praticabile per il giovanotto – ha raccontato il professor Gino Gerosa che ha praticato l’operazione – non potendo sopportare un nuovo trapianto di cuore umano per la neoplasia in atto, era il cuore bionico per giovani che mai non era mai stato installato prima nella nostra Penisola“.Il personaggio principale di questa vicenda potrà continuare la propria vita, e l’operazione dà nuovamente una luce di speranza anche ad altri giovani e donne, visto che il quaranta percento di chi necessita un trapianto di cuore è in grado di accoglierlo. “La nuova situazione – spiega Claudio Dario, direttore generale dell’Ao padovana – si è potuto realizzare per merito dell’innovazione alle tecnologie di cui questa azienda sanitaria. Una vita ha un costo inestimabile mentre il costo del cuore bionico totale si aggira solo sugli 80.000€“.