Qualcosa di buon è la meravigliosa storia di amicizia tra la giovane studentessa universitaria Emmy Rossum e Hilary Swank malata di Sla. Al cinema dal 27 di agosto.
L’importanza dell’amicizia tra Emmy Rossum e Hilary Swank che è malata di Sla nel pellicola cinematografica “Qualcosa di buono“.
La pellicola cinematografica, ispirata da un libro, che debutterà nei cinema il ventisette agosto è la storia di una grandissima amicizia tra 2 donne.
“Qualcosa di Buono” è un film drammatico (You’re Not You) diretto da George C. Wolfe. Con Hilary Swank, Emmy Rossum, Josh Duhamel, Stephanie Beatriz e Jason Ritter.
Quando Kate inizia a sentire i primi sintomi che il suo corpo non le sta più obbedendo ma sta seguendo i ritmi di una patologia progressiva e invalidante, la vita che ha goduto fino a quel punto frana con crudele velocità. Lei che era un pianista di successo, non è più capace di suonare lo strumento che ha suonato per una vita e che ha tampo amato. Ferita nel fisico, ma soprattutto nello spirito Kate (Hilary Swank) insiste per avere Bec (Emmy Rossum, Fiona di Shameless) scompigliata e inesperta studentessa universitaria come badante, dotata però di una travolgente carica vitale.
C’è sicuramente molto di buono nella storia di amicizia tra Kate (Hilary Swank, premio Oscar per Million Dollar Baby) pianista famosa, con un buon marito, abiente e contenta cui viene fatta la diagnosi di Sla, e Bec (Emmy Rossum) studentessa dell’università con una vita scompigliata che acconsente di seguirla nella patologia, proprio quando il matrimonio tra Evan (Josh Duhamel) e Kate è in piena crisi.
La storia è narrata nella pellicola cinematografica – “Qualcosa di buono” per l’appunto, – diretta da George C. Wolfe che uscirà al cinema il ventisette agosto – e presenta il racconto ispirato al romanzo di Michelle Wildgen You’re Not You (Qualcosa di Buono, edito nella nostra Penisola da Vallardi).
Un racconto, che pur nell’inevitabilità di una patologia come la Sla (maggiormente conosciuta come morbo di Gehrig), è una storia di grandissima amicizia. Intenso e coinvolgente il legame che unisce 2 donne così differenti. tuttavia. Tuttavia è nelle disparità che Kate e Bec saranno capaci di incontrare una profonda complicità. Bec si trova al confine dell’impaccio e della completa mancanza d’esperienza professionale nel prendersi cura di una malata di Sla che perde in modo inevitabile e a poco a poco il dominio del proprio corpo. E tra le 2 sorgerà un legame inscindibile. E le loro esistenza muteranno inesorabilmente.
La pellicola cinematografica, come l’opera letteraria, malgrado la questione trattata, ha un tono leggero, in certi attimi persino comico e scanzonato. Rimane nel cuore la forte amicizia tra le 2 donne che si scontrano e poi si ritrovano in un vis a vis con i relativi rimpianti, desideri e sogni futuri e anche l’originalità dell’intento che il regista Wolfe ha richiesto fin dal principio con una integrità nel voler raccontare la storia senza imprecisioni, chiamando in scena un’infermiera che da anni segue ammalati di Sla in maniera professionale.
L’attenzione sulla SLA venne richiamata pubblicamente con la famosa ice bucket challenge, dove i famosi e non si tiravano in testa una secchiata di acqua gelata per raccogliere fondi sulla malattia degenerativa che colpisce le cellule nervose nel cervello che controllano i muscoli volontari. Quando la condizione peggiora i pazienti cominciano ad avere difficoltà nel camminare, parlare e respirare e molti muoiono di arresto respiratorio. La signora Swank riporta meticolosamente tutti questi sintomi in un modo profondo che procede dalle emozioni più interiori.