I carabinieri hanno messo sotto sequestro un’appartamento di Medicina (Bologna) dove ragazze cinesi venivano costrette a prostituirsi. Gli uomini dell’arma di Imola hanno comminato 3 misure cautelari per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip Rita Zaccariello su domanda del Pm Giampiero Nascimbeni.
Dal principio della storia viene chiamato il lavoro più antico del mondo, ma il più delle volte é connesso anche ad un’associazione di sfruttatori, parliamo come è ovvio della prostituzione.
Un commercio, che seppur, vecchio come il mondo, é al solito estremamente redditizio cosí come quello messo in atto da una donna della repubblica popolare cinese, insieme al suo compagno nostro compaesano che sono stati scovati, segnalati da cittadini osservatori e infine imprigionati dal nucleo investigativo dell’arma di Imola.
La cinese aveva orchestrato con il partner italiano un’efficace casa a luci rosse nel pieno centro di Medicina e un’altra a Faenza dove i 2 avevano preso la residenza: i clienti potevano scegliere nel menú di performance che fornivano le ragazze dell’est.
Le indagini sul caso durano da diversi mesi. Se pensiamo che le prime segnalazioni ai carabinieri furono a novembre del 2014, sono almeno 9 mesi che le forze dell’ordine raccolgono informazioni, intercettazioni ambientali e appostamenti per incastrare il giro di prostituzione che ruotava nella periferia bolognese.
Lunghi appostamenti e investigazioni da parte dei carabinieri di Imola
Gli uomini dell’arma imolesi hanno eseguito 3 misure misura cautelari per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip Rita Zaccariello su domanda del Pm Giampiero Nascimbeni e riguardano una trentaseienne della repubblica popolare cinese (in prigione), un cinquantottenne della nostra penisolano (agli arresti domiciliari) e un cinquantaduenne italiano (obbligo di comparizione alle forze dell’ordine).
Indagini cominciate a Novembre
Le investigazioni erano cominciate a novembre, a seguito di segnalazioni di certi abitanti di Medicina che avevano esposto un reclamo per l’andirivieni di uomini in un alloggio, con i vetri opacizzati da fogli di quotidiani, al secondo piano di un palazzo in via della Libertà. I militari avevano poi scoperto una pagina web che promuoveva le performance sessuali di giovani dell’est in quell’edificio, oltre ad un numero di telefono mobile per avere udienza. I prezzi: cinquanta euro per un contributo con profilattico, 100 al naturale. Gli uomini dell’arma avevano anche scoperto un’altra casa a luci rosse per ritrovi a Faenza (Ravenna). Stando alle investigazioni, su 100 euro di guadagno, il 40% era destinati alle ragazze prostitute, l’altro 60% veniva suddiviso dagli sfruttatori.
Aveva orchestrato con il partner italiano un’efficace appartamento a luci rosse a Medicina e un’altro a Faenza dove i 2 delinquenti hanno la residenza: gli affezionati potevano eleggere tramite un menù online il differente tipo di performance che proponevano le signore di facili costumi dell’est. Nessun problema, fino a quando i carabinieri non sono stati avvisati del traffico illecito e del mercato erotico che veniva proposto.
Gli uomini dell’arma di Imola hanno comminato una misura cautelare con ingresso diretto in prigione contro una trentaseienne della repubblica popolare cinese, una cautela per gli arresti domiciliari contro un cinquantottenne italiano e l’obbligo di presentarsi alle forze dell’ordine per un cinquantaduenne, anche del nostro bel Paese, tutti i fermati sono stati accusati a favorire e sfruttare la prostituzione.
Via della libertà a Medicina in provincia di Bologna
La disposizione, comminata dal giudice per le investigazioni preliminari di Bologna Rita Zaccariello, proviene dalla domanda del pubblico ministero Giampiero Nascimbeni fondata sulle investigazioni che gli uomini dell’arma imolesi avevano cominciato a novembre dopo che alcune segnalazioni erano pervenute da certi abitanti di medicina che si erano lamentati dall’affluenza di persone di sesso maschile, giovanotti e gente più avanti con l’età, singoli e persone unite in matrimonio, che frequentavano assiduamente un appartamento con i vetri neri al secondo piano di un edificio di via della Libertà. Una volta accertata l’attendibilità delle segnalazioni, i carabinieri hanno trovato una pagina web erotica che promuoveva le dolci avvenenze sessuali di ragazze dell’est nello stesso palazzo a Medicina, congiuntamente a un numero telefonico mobile per telefonare e avere una più vasta clientela.
Di solito l’acquirente sessuale entrava in contatto con una telefonista delle repubblica popolare cinese che lo annunciava sul tipo delle richieste sessuali che richiedeva e una volta accompagnati nel palazzo di medicina si passava da cinquanta euro per un contributo sessuale con profilattico, centro euro senza alcuna protezione”.
Se la persona accettava la proposta, veniva insegnato su come avere il prodotto ultimo, ovvero andare di fronte a un edificio in via della Libertà a Medicina, telefonare a quel numero telefonico e aspettare l’arrivo di una ragazza della repubblica popolare cinese, la quale, prima di spalancare le porte e accettare la persona, era già stata annunciato dalla donna (la trentaseienne) sulle speciali prestazione che avrebbe dovuto elargire.
Da questa investigazione se n’è sviluppata ben un’altra parallela, che ha trasporto i militari a fare chiarezza su un’altra casa per ritrovi sessuali che si trova a Faenza, la stessa in cui avevano la residenza la cinese di trentasei anni e il partner, già conosciuta agli inquirenti per un’altra azione giudiziaria sempre per sfruttare la prostituzione. Il cinquantadueenne, d’altro canto, è terminato nei pasticci per aver concorso con gli altri 2 al favoreggiamento della prostituzione, con l’affitto dell’appartamento di medicina e seguendo le pubblicità per quanto concerne l’attività, i cui guadagni venivano suddivisi in questo modo: su 100 euro di ricavo, quaranta euro andavano alla ragazza che aveva donato il proprio corpo e i rimanenti sessanta venivano ripartiti fra i tre.