Forte e ambizioso scala le cime più alte dell’esistenza, e dall’alto della rupe, guarda gli abissi marini e sogna di gettarsi ferocemente nel blu delle acque profonde.
Un segno così austero e deciso non poteva che prendere il nome da colui che le vette le scala veramente e rimane a volte, per giorni e giorni, appeso alle pareti scoscese delle montagne più impervie: il Capricorno.
La stagione è fredda, la terra è congelata, gli alberi sono spogli e la gente si scalda attorno al fuoco perché ha paura di tanto rigore. In queste condizioni l’astrologia modella il segno che succhia la ruvida linfa dell’ambizione in attesa che si trasformi nel dolce miele del successo.
Diciamolo francamente il Capricorno ama il successo. Ma non quello facile ed effimero dei personaggi-burattini che facilmente si trovano qui e là. Il successo capricorniano è qualcosa che nasce nelle viscere più profonde della terra e si eleva al cielo grazie a un duro lavoro, tanta pazienza e una forte dose di austerità.
Non a caso, chi guida questo segno testardo e ligneo è il glaciale Saturno, dio del tempo e del sacrificio.
Il tempo del Capricorno arriva nel momento più freddo dell’anno per indicarci la strada e le modalità della sopravvivenza. Forza, tenacia, volontà ed equilibrio: il seme che ora dorme della terra, ricordiamolo, diventerà una bellissima spiga d’oro.