Mentre l’indagine prosegue con accertamenti su 6 nomi che apparterrebbero a numeri di telefono ritrovati nella sim del cellulare della vittima nelle ore prima di morire.
Eppure gli alibi dei sospettati sembrano reggere e quindi l’unico a rimanere iscritto al registro degli indagati rimane il marito.
Gli inquirenti però si chiedono come mai ci sia nel cellulare questa fitta rete di contatti. Cosa ci facevano i numeri di tutti questi uomini nel telefono della 37enne?
Affiorano dalle investigazioni un 44enne di Torino e un amico del papà della Ceste di 63 anni.
Altri nomi risultano già accertati come quello di Paolo Lanzilli, l’ex- compagno si scuola con cui la 37enne aveva di nuovo riaggancito un rappoto dopo un incontro su Facebook tramite una fotografia pubblicata dei tempi delle elementari.
Lanzilli ha spiegato agli inquirenti che si è sempre trattato solo di un’amicizia. E non è difficile crederlo, uno delle prime funzioni di facebook era proprio di rimettere in contatto tra loro vecchi compagni di scuola e riallacciare amicizie perse nel tempo.
L’unica relazione vera e propria sembra essere stata quella tra Elena e Antonio R., un artigiano di Settimo Torinese, che risale all’estate dell’anno precedente la sua morte, il 2013.
Un altro uomo è Damiano S., che di mestiere fa il muratore ed è papà di un compagno di scuola del figlio, a cui Elena era legata da profonda amicizia.
E’ incredibile apprendere come su quel telefono mobile fossero presenti decine di telefonate, alcune effettuate solo poche ore prima della scomparsa della donna.
Ad ogni modo uno dei profili più interessanti è quello di un collega della donna, Michele Buoninconti, pompiere ad Asti, che avrebbe addirittura attivato l’offerta “You and me” della sua Sim con quella di Elena.
Come tutti sappiamo, il you and me, permette di parlare con un numero specifico quanto si vuole e quando si vuole gratuitamente.
L’opzione è attivabile solamente per un numero specifico. Di solito lo fanno gli innamorati per parlare con il proprio compagno/a senza limiti di tempo.
E se tutto questo non bastasse gli investigatori hanno scoperto che qualcuno aveva rubato la password del suo account facebook e leggeva e rispondeva ai suoi messaggi.
La redazione tornerà anche ad Avetrana dove si sta tenendo il processo d’appello a carico di Cosima Serrano e la Misseri, condannate all’ergastolo per il caso Sarah Scazzi.
A discutere dell’omicidio ci sarà in studio Claudio Scazzi, fratello della vittima.