Con il Trattato Transatlantico potrebbe nascere il libero scambio più grande del panorama mondiale: niente più dazi, niente più confini commerciali tra Europa e Usa. E quindi crescita del Pil europeo calcolato tra lo 0,5% e il 4%, più posti di lavoro, più esportazioni (si calcola il 28%). Ma tutto ciò rischia di avere un costo elevato. Insieme alle barriere tariffarie salterà persino una parte del apparato di tutele europee, leggi, controlli e livello medio minimi richiesti per la circolazione dei prodotti. Una misura che potrebbe avere conseguenze gigantesche prima di tutto sul settore agroalimentare che in questa trattativa gli Usa considerano fondamentale. Tutti i negoziatori europei al momento lo negano, ma il TTIP potrebbe spalancare le porte a carni trattate con ormoni e antibiotici, latte arricchito e produzioni con organismi geneticamente modificati. E a vigilare sulla giusta applicazione del Trattato ci sarebbe un Arbitrato internazionale privato, le cui scelte saranno superiori alle leggi nazionali e, quindi, alle stesse sentenze dei tribunali. Il dubbio è più che legittimo: il TTIP sarà una enorme occasione o un boomerang per piccoli imprenditori e consumatori?
Il mercato dei pacemaker
Report ritorna a incentrarsi sulla sicurezza dei “device” elettromedicali e nello specifico dei pacemaker. In seguito alla denuncia dello stato di abbandono dei laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità, dove avrebbero dovuto svolgersi i test per la qualificazione europea delle apparecchiature medicali, il reportage di Report si esapende. Domenica sera saranno trasmesse immagini che riguardano una delicata operazione chirurgica avvenuta in un ospedale del meridione, dove viene impiantato un dispositivo bi-ventricolare, un’operazione delicatissima. Ma ad operare, secondo le informazioni in possesso di Report, non sarebbe il chirurgo, ma addirittura l’addetto-vendite di una nota multinazionale produttrice di defibrillatori. Il fatto non sarebbe un’eccezione, ma una pratica messa in atto dai venditori, nel silenzio compiacente di qualche medico. La finalità sarebbe quella di regalare un prodotto “chiavi in mano“, operazione compresa, al fine di agevolarli nel compito di vendere più dispositivi, ottenere più provvigioni, e far ingrassare il fatturato delle aziende.
SOTTO AL MURO
di Michele Buono
collaborazione di Filippo Proietti
E, per terminare, la storia di Osman Kalin, turco dell’Anatolia, la prima volta che entrò in Germania fu nel 1943. Impiegava le proprie energie su un mercantile e vendeva cetrioli al 3° Reich. Alcuni decenni dopo, i cetrioli li piantò direttamente in Germania, e nello specifico, a Berlino, sotto il muro nella area ovest. All’ufficiale del reggimento di frontiera n.33 che, mitra in pugno, gli ordinò di scomparire dicendogli che quello era territorio della Ddr, rispose che la Ddr era dall’altra parte del muro.
Ma su questo il turco si sbagliava. In quel punto il muro avrebbe dovuto fare una specie di zigzag, ma la Repubblica democratica tedesca, nel costruirlo, per compiere l’operazione in modo più veloce o per risparmiare tirò dritto tagliando fuori un pezzo di terra socialista dentro Ovest. E fu così che il turco mandò in tilt l’intero apparato: a Est e Ovest mancava una regola per cacciarlo, per Osman fu l’opportunità per allargarsi e costruire un’intera villa a ridosso del muro con i soldati dell’Est che gli si affacciavano dentro la villa. Ce la misero proprio tutta e in tanti per cacciare il turco e abbattere la sua villa. Ma finalmente la villa rimase in piedi e fu abbattuto il muro. Sono passati venticinque anni e lui è lì, come sempre, in quella villa con giardino, nel mezzo di uno spartitraffico.