L’asino di Buridano: il tempo della bilancia

Nell’antichità nulla era lasciato al caso. Dai sistemi pitagorici alla costruzione delle piramidi, dagli osservatori astrologici maya alle muraglie cinesi, tutto era creato sulla base di sapienti studi e complessi calcoli che ancora oggi ci lasciano con la bocca aperta e un punto interrogativo senza risposte adeguate.
L’astrologia è figlia della sapienza dei popoli che abitavano la mezzaluna fertile, nata più di 4000 anni fa. Racchiusi nel cerchio esoterico, i segni si rincorrono senza sosta, proiettando sulla carta una realtà ben più complessa e perfetta di quella che ci possa sembrare a prima vista.

Gli antichi decisero che tutti i segni rappresentanti il gran cerchio dovessero rappresentare esseri vivi. Dall’Ariete al Capricorno, dal Toro allo Scorpione e via di seguito, questi segni sono tutti pulsanti di vita. Tranne uno. La Bilancia.
Segno cardinale, cioè che apre una stagione, ci appare metallico, apportatore dei primi freddi, rigoroso e non animato.
La Bilancia è spesso indecisa. Sul da farsi, su quale strada pigliare, quali decisioni prendere e così via di seguito. L’asino di Buridano appare, infatti, la spiegazione più consona con la quale si può creare un parallelo ideale con questo segno.
Amante del bello e di ogni forma che risulti armoniosa e poetica, la Bilancia pecca però di una certa freddezza di fondo, ben sottolineata dall’influsso di Saturno in trasparenza.
Insomma, se il fuoco dell’Ariete, situato in prima casa, riscalda e fa scoppiare le prime gemme, il corrispettivo opposto, la Bilancia, riflette questo fuoco solo nelle gelide scodelle e prepara la natura a morire lentamente nella palude invernale.
Per poi rinascere. Il segreto è tutto qui.