Firma nota de “L’Espresso”, Livadiotti, che si occupa principalmente di politica ed economia, ha condotto diverse inchieste giornalistiche: dal mondo dei sindacati (L’altra casta, Bompiani 2009) a quello della magistratura (Magistrati. L’ultracasta, Bompiani 2011).
La puntata si apre un po’ provocatoriamente con la trasmissione di un videoclip musicale de la Sora Cesira – portata in auge in un non lontanissimo passato dal video “The Arcore’s Nights” che ad oggi conta più di due milioni e mezzo di visualizzazioni – in cui, secondo la consueta formula del remake parodico-satirico, si mettono in rima, in questo caso, contraddizioni e debolezze del neopresidente del consiglio Renzi, come per esempio la questione del fisco.
Con il suo ultimo lavoro Livadiotti ha tentato di fare luce sull’annoso e mai pienamente risolto problema dell’evasione fiscale italiana, di cui «Renzi», ricorda il giornalista «non ha ancora mai parlato»: una lunga serie di dati, tabelle e grafici che documentano cifre esorbitanti di evasori e di denaro evaso; si parla di più di 180 miliardi di euro.
Un esempio eclatante riguarda il possesso di elicotteri privati. In Italia oltre 500 persone possiedono un elicottero privato, fin qui nulla – o quasi – di eccezionale, il dato, però, diventa bizzarro quando si scopre che quelle stesse persone dichiarano un reddito di ventimila euro l’anno. Le domande sorgono spontanee.
Sconcertante e quasi grottesca, poi, è l’evasione «sul mercato estinto»: gli scontrini fiscali delle aziende di pompe funebri non corrispondono al numero di persone defunte.
Per non parlare delle cosiddette ‘case-fantasma’; circa trecentocinquantamila abitazioni (che fanno parte di due milioni di costruzioni abusive varie), rilevate con fotografie dall’alto, che non risultano al catasto e per le quali di conseguenza non si paga alcuna tassa: «il catasto si è perso l’equivalente (di case ndr) di una città come Napoli» afferma Livadiotti.
Eppure c’è chi parla di ‘evasione di necessità’, ma anche in questo caso la posizione di Livadiotti è molto chiara: «un’azienda che non sta in piedi da sola, se per stare in piedi deve depredare la comunità, è meglio che chiuda». Livadiotti denuncia come gli evasori siano tre volte ladri: «chi evade costringe il fisco a tartassare chi è tassato alla fonte, cioè dipendenti statali e pensionati, che forniscono l’82% del gettito fiscale. I lavoratori autonomi, invece, evadono del 56%. Gli evasori usufruiscono di quei servizi statali come scuole e ospedali che sono pagati dalla comunità e in fine, risultando poveri, hanno diritto ad agevolazioni che non dovrebbero avere ».
Il problema, ormai lo sappiamo da tempo, non si presta a soluzioni di comodo, ma necessita di una presa di posizione decisa e operativa da parte della politica economica del nostro paese. Aspettiamo soluzioni in questa direzione, sperando che la strada non sia quella della «paghetta per la gente poveretta», come direbbe la Sora Cesira.