Ideato da Eve Ensler nel ’96, sostiene il movimento antiviolenza per le donne nel mondo
Laeffe, ha giocato la carta della prima tv con “I Monologhi della Vagina”, trasmessi martedi scorso 25 febbraio alle 22.00 sul canale 50.
Una bella opportunità di goderseli sprofondati sul divano di casa, per chi non ha mai avuto il ‘coraggio’ o l’occasione di andare a teatro per vedere una delle tante rappresentazioni tratte dal testo di Eve Ensler.
Scritto e rappresentato per la prima volta nel 1996 dalla stessa autrice in un teatro-cantina di New York, il Cornelia Cafè, “I monologhi della vagina” sono un testo ancora attualissimo, tanto da accendere un dibattito sulla condizione femminile in tutto il mondo. Le tematiche sono tuttora scottanti e possiamo immaginare quanto lo fossero alla loro prima uscita negli anni 90, quando accennare ad argomenti quali stupri, mutilazioni, masturbazione, orgasmo e amori malati creava disagio e parlarne provocava commenti acidi dei benpensanti, mentre nei tribunali le vittime che avevano il coraggio di denunciare i loro aguzzini venivano trasformate in persecutrici e ammalianti provocatrici. Le leggi inadeguate e i procedimenti penali spesso erano condotti con frettolosa superficialità, tanto che le vittime non sempre osavano esporsi per non sentirsi umiliate. Chi non ricorda i famosi jeans , che un giudice famoso riteneva sufficienti per non subire violenza? E la minigonna considerata per anni la provocazione di fronte alla quale un uomo non “poteva” trattenere i suoi istinti? In un modo o nell’altro le donne finivano sempre dalla parte del torto.
La maggioranza silenziosa per anni era stata quella delle donne costrette “culturalmente” a tacere e sottostare a tradizioni e consuetudini familiari e sociali , donne che non avevano il coraggio di opporsi , perché sapevano che sarebbero state facilmente sbranate dal sistema giudiziario , peggiori ancora sarebbero stati la critica sociale e il pettegolezzo dei rotocalchi che avrebbe rovinato la loro immagine per sempre.
Eve Ensler urla al mondo ciò che per secoli era stato taciuto: la verità e i diritti dell’essere donne
La capacità della Ensler è stata quella di scrivere e portare sul palco il suo testo – appena riproposto dalla Effe sugli schermi televisivi – protagonista la sessualità femminile, intesa come libertà sociale e politica, fondamentale per creare e mantenere una identità e una individualità in quanto essenza dell’essere donne.
Dopo quasi 20 anni dalla prima rappresentazione, i Monologhi fanno ancora audience. Scritti con forza e vitalità dalla sensibilità dell’autrice, sviluppata in seguito ai traumi di violenza subiti nella sua infanzia, Eve Ensler ha dato voce a donne di ogni età ed estrazione sociale, sviluppando la sua opera da duecento conversazioni sul sesso, sulle relazioni e sulla violenza subita da molte donne. Violenza non solo sessuale, ma anche domestica, da parte di uomini esteriormente e socialmente integerrimi, che tra le mura di casa lasciano emergere il Mister Hyde che si nasconde dietro la loro contorta visione della donna.
Al suo primo debutto, lo spettacolo riscuote un’accoglienza incredibile, sia di pubblico, sia da parte della critica ed in pochissimi anni diventa un vero e proprio movimento contro la violenza simbolica, morale e fisica sulle donne, culminato con la nascita, nel 2001, del V-day, celebrato il giorno di San Valentino. In questo giorno, nei teatri di tutto il mondo, lo spettacolo viene riproposto per raccogliere fondi per la lotta alla violenza domestica o per aiutare le donne dei Paesi in via di sviluppo.
I Monologhi sono stati portati sui palcoscenici da attrici straniere e italiane : da Glenn Close a Susan Sarandon , da Cate Blachett a Winona Ryder, oltre che dalle nostrane Lella Costa, Claudia Gerini, Francesca Reggiani.
Le storie raccontate nei Monologhi sono reali e per questo non scontate: a tratti suscitano l’ilarità del pubblico, ma possono fare anche ammutolire, rabbrividire, cambiare punto di vista, perché l’autrice fa parlare le donne qualunque nella loro vita di tutti i giorni , drammaticamente reali , nelle quali ognuna si identifica e finisce per sentirsi protagonista .
La capacità della Ensler – il merito della Effe è di averla fatta conoscere al pubblico televisivo italiano – è quella di trasmettere la sua enorme carica di scrittrice e di attrice di una realtà vissuta al femminile, passata inosservata per secoli, perché considerata la normalità.
Perché la vagina?
La vagina nei suoi Monologhi, diventa la protagonista-simbolo del femminile che tuttora non ha sempre il coraggio di affermare i propri diritti alla vita , alla libertà personale, al rifiuto, a dire no, a non sentirsi tenute a mediare, a favorire, a sopportare, a capire, a privilegiare, perché prive della consapevolezza che tutto questo è costruito e voluto da un sistema culturale e sociale che ha calpestato per molto tempo i diritti personali dell’altra metà del cielo.
La vagina è “quella cosa” di cui vergognarsi quando si è bambine, la propria identità spesso negata e adattata quando si diventa adulte, la vagina oggetto e difficilmente soggetto,di cui prendere coscienza non è cosi semplice.
Anche i mezzi espressivi sono essenziali, minimalisti: in scena campeggia un enorme divano ,le luci scandiscono i cambi di ritmo, si va dal comico al drammatico all’esilarante, al fantasioso, allo shockante.
Dal teatro alla mobilitazione sociale, il fenomeno dei Monologhi
I monologhi da testo scritto sono diventati uno spettacolo teatrale e poi un punto di riferimento nella mobilitazione per i diritti delle donne. Si contano migliaia di repliche nei teatri di mezzo mondo, centinaia le traduzioni dei testi portati in scena da star hollywoodiane , ma anche da attrici sconosciute.
I Monologhi della Vagina sono considerati un fenomeno non solo del teatro internazionale ma della cultura contemporanea. La versione per la tv è stata realizzata da HBO: diretta e interpretata dalla stessa Eve Ensler, arricchita, oltre che da inediti, anche da alcune interviste, era stato trasmesso per la prima volta in tv negli Usa il 14 febbraio 2002.