E proprio il Festival diventa la spunto per parlare delle ultime vicende della politica italiana con un ospite d’eccezione, lontano dalla tv ormai da mesi: Gad Lerner. Il giornalista, infatti, aveva annunciato ufficialmente, nel luglio scorso, l’allontanamento volontario dai «salotti televisivi», dopo vent’anni di carriera, dodici dei quali passati a La 7: «la dieta dalla tv fa molto bene alla salute» ironizza l’ex conduttore «ti smonta un po’». La sua è quindi una presenza straordinaria. In verità, l’addio al piccolo schermo non è affatto definitivo; cambia la rete, cambia il programma, cambia il linguaggio narrativo, ma Gad Lerner − per nostra fortuna − resta, anzi ritorna: a partire da mercoledì 26 febbraio sarà presente con Fischia il vento su Repubblica.it e su laeffe (la neonata rete del gruppo Feltrinelli, visibile al canale 50 del digitale terreste).
Ma ripartiamo dal Festival. L’anno scorso, alla vigilia della sessantatreesima edizione, ‘il gran rifiuto’ di Benedetto XVI; quest’anno, proprio durante le cinque giornate della gara, si istituisce il governo Renzi. Lerner non ha dubbi: la rinuncia di Ratzinger è sicuramente un evento di gran lunga più notevole e importante :«il fatto che di papi ce ne siano due che si possono abbracciare ha completamente stravolto l’autorità, il primato papale». Quanto a Renzi, invece, il giornalista parla di una sorta di «passaggio di testimone».
Il tutto ebbe origine con quello che i giornali hanno chiamato Patto del Nazareno: l’incontro-accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi del 18 gennaio scorso. Fu quello, a parere di Lerner, il momento che segnò l’inizio dello scavalcamento dell’«impelagato» governo Letta e dell’attuale direzione, strutturata secondo la medesima formula delle larghe intese che lo stesso Renzi aveva detto di voler superare. Dopo due anni transitori di ‘tecnici’, Lerner stigmatizza il «passaggio storico dall’Italia di Berlusconi all’Italia di Renzi».
Altro che novità, altro che discontinuità. Dalle parole di Lerner sembra che il nuovo presidente – il terzo di seguito che non legittimato dal voto dei cittadini – altro non sia che un continuatore della politica del passato. Qualcuno lo vede come una speranza, qualcun altro come un azzardo, «l’ultima fiche al poker»; sta di fatto che il «formidabile fenomeno mediatico» afferma Lerner «era altro, era un capo dell’Italia predestinato, che, bruciando le tappe ad una velocità straordinaria, è arrivato a formare il governo…un governo politico». Peraltro con un calendario cadenzato a ritmi serrati, in teoria; in pratica bisogna fare i conti con l’Europa e i suoi stretti tentacoli.
D’altra parte, secondo Lerner, quello che ora più conta per un elettore del Pd, ciò che prima di tutto si vorrebbe fosse la linea guida di Renzi, è la giustizia sociale. Oggi come e più di ieri.