Il pianista di Roman Polanski (2002). In prima serata su Iris.
Il ghetto di Varsavia nell’anno 1938. Le prime limitazioni per gli Ebrei da parte dei nazisti in un crescendo soffocante. Wladyslaw, giovane pianista, guarda alla progressiva distruzione della sua famiglia, di se stesso e degli ebrei, trascinando col suo sguardo impotente, noi comuni spettatori verso un dramma della storia inaccettabile e vergognoso. La musica di Chopin apre la narrazione del protagonista segnandone il cambiamento dei sentimenti e della vita, per poi chiudere mostrando come nulla può rimanere come prima.
Basato su una storia vera, quella di Wladyslaw realmente esistito, morto all’età di 88 anni dopo una prestigiosa carriera di concertista e compositore musicale.
Wladyslaw Szpilman: C’è un’ordinanza che vieta agli ebrei di sostare nei giardini
Dorota: Stai scherzando?
Wladyslaw Szpilman: No per niente. Ci potremmo sedere su una panchina, ma c’è un’altra ordinanza che vieta agli ebrei di sedersi sulle panchine