Ma, a detta di molti commentatori, e tra questi anche di chi scrive, il conduttore Gianluigi Paragone proveniente da Rai 2, almeno per ora, non ha saputo sfruttare appieno le potenzialità del programma e dei suoi ospiti.
Ciò che avrebbe dovuto funzionare come elemento stimolante della fantasia degli spettatori sarebbe dovuto essere il nome stesso del programma: “La Gabbia”. Una metafora praticamente rimasta lettera morta, per l’intera trasmissione.
La scenografia, invece, propone elementi significativamente nuovi quali la presenza di video giganti, collocati in alto ai lati estremi dello studio, tali da creare la falsa illusione che i volti degli ospiti ti stiano guardando dall’alto.
Un’immagine questa, forse, rubata alla scenografia di un cult movie di fantascienza: Orwel 1984. Tratto dal romanzo omonimo, scritto da Geoge Orwell e diretto da Michael Radford, dove si ipotizza l’esistenza di una dittatura che riesce a camuffare la realtà del presente, riscrivendo i fatti salienti del passato, allo scopo di controllare il futuro e quindi mantenere il controllo totale sulla popolazione della terra. Così come nel film, anche nel corso della trasmissione, i due ospiti principali della serata, Marco Travaglio e Daniela Santachè’, più che osservare, sembra che stiano spiando gli spettatori e il conduttore, allo stesso modo degli spioni occhiuti e maldisposti del film del romanzo Orwelliano. Mentre, per continuare nella critica del modo in cui è stato proposto il programma, Paragone e il pubblico presente in sala, praticamente rimanevano loro prigionieri di quella stessa Gabbia che, invece, avrebbe dovuto contenere gli invitati per un confronto politico sulle idee e programmi.
Ma tant’è, visto che anche per questa serata, sono andati in onda, contemporaneamente, altri programmi analoghi quali “Quinta Colonna” di Rete4 e il soporifero “Virus” di Rai2, i temi non potevano che essere quelli riguardanti i guai giudiziari del Cav. Berlusconi, la sua decadenza dalla carica di senatore ed il futuro, assai incerto oramai, del governo Letta. Un refrain che, francamente, ha stancato tenuto conto che le tante chiacchiere non hanno portato a nulla, almeno fino ad ora.
Ciononostante, Paragone ha avuto l’astuzia di “solleticare” opportunamente Travaglio e la Santachè allo scopo di spingerli sino al punto di rottura, così da far alzare i toni della discussione. Scambi di accuse che sono sembrati piuttosto pesanti: da “sei un delinquente” a “lei starnazza”, per non parlare dei riferimenti alle abitudini sessuali-sentimentali dei due protagonisti.
Un espediente davvero ben congeniato, che ha consentito allo spettatore di smettere di sbadigliare, poiché non se ne può più di tutte queste risse in Tv.
Una nota ancora prima di archiviare la prima puntata di questa nuova stagione di intrattenimento e approfondimento sui fatti della politica, in Italia e all’estero: apprezzabile il tentativo di far affrontare temi importanti riguardanti lo Stato e la sua funzionalità con la partecipazione di ospiti non per forza addetti ai lavori, allargando la partecipazione anche al pubblico presente in sala.
Forse, la durata della trasmissione è stata eccessiva, rischiando di divenire ripetitiva, quando non addirittura noiosa.