Varato il decreto “del fare”. L’Italia verso nuove aspettative di crescita?

Il decreto del fare riduce i poteri di Equitalia

Il decreto del fare riduce i poteri di Equitalia

I cittadini italiani, il mondo imprenditoriale (la piccola e la grande impresa) la pubblica Amministrazione, tutti insomma, da novembre dello scorso anno, erano in attesa di provvedimenti legislativi (anche d’urgenza) che potessero rimettere in moto l’economia nazionale.

Quando poi, finalmente, e con grandi difficoltà e incertezze (che comunque rimangono), il governo Letta (quello delle “larghe intese” voluto fortemente anche dal Presidente Napolitano) è decollato (si fa per dire), dopo le rassicurazioni avute dalle principali Cancellerie europee e, naturalmente, dopo aver ribadito in sede di dibattito parlamentare, che il governo Letta non avrebbe sforato i limiti imposti dal “patto di stabilità”, secondo gli accordi tra i parlamenti dei membri dell’UE, è stato licenziato il ddl cosiddetto “del fare”.

Un provvedimento articolato su 80 punti e su due disegni di legge, che mirano alla semplificazione delle procedure per rimettere in circolo, sostanzialmente, poco più di 9 mld di Euro, fruibili tra la fine di quest’anno ed il resto nella previsione delle Legge di stabilità (ex Legge finanziaria) del 2014.

Un insieme di provvedimenti che, da una prima analisi fatta sulla base dei comunicati stampa della Presidenza del Consiglio, non vanno ad incidere sul debito e la spesa pubblica né, tantomeno, faranno scendere la pressione fiscale.

Il dato che preme sottolineare è che nessuno osa, neanche minimamente, ricordare che il famoso rapporto del 3% sul Pil, in realtà è come una cravatta che sempre più stringe il collo di chi la indossa. In parole povere, poiché la ricchezza nazionale sta continuando a decrescere (- 2,4% invece del – 1,3 come previsto dal governo), allo stesso tempo diminuisce la quota disponibile di denaro che rimane al governo da destinare al sistema-paese.

Di questo passo, osservano gli analisti economici, nel prossimo autunno sarà necessaria una nuova manovra di rientro del disavanzo pubblico, con grave pericolo per la stabilità stessa del governo Letta.

In buona sostanza, il decreto “del fare”, non contiene provvedimenti drastici, ma 80 piccoli interventi. Ancora, non si tiene affatto in debito conto la probabile ricaduta negativa sull’economia in conseguenza dell’aumento dell’Iva di un punto e, se non ci dovesse essere ad agosto la necessaria copertura finanziaria, del pagamento dell’Imu sulla prima casa (oggi solamente rinviato). Sono tutti fenomeni negativi, che contribuiranno ad aumentare i timori dei cittadini circa la possibilità concreta di uscire dal tunnel della crisi, che sta divorando dal 2007 una buona parte della ricchezza nazionale, segnatamente quella afferente i risparmi che il popolo italiano ha saputo tesorizzare negli anni che vanno dal 1960 ad oggi.

Sono, quindi, soluzioni che, almeno nelle intenzioni del governo, dovrebbero poter assicurare la messa in circolazione di una discreta quantità denaro, da destinare subito alle imprese, alla pubblica Amministrazione ed al pagamento dei debiti pregressi e, nel medio termine, ad un alleggerimento dell’iter burocratico, notoriamente lento e costoso. Inoltre, con un provvedimento ad hoc, è stato previsto uno “storno” di denaro a disposizione del Ministero del Lavoro e dell’Istruzione per il rilancio di “obiettivi qualificati” allo scopo di rilanciare il lavoro nei cantieri bloccati e la ripresa del turn-over nel dicastero del Ministro Chiara Carrozza.

Vediamo, nel particolare, alcuni di  queste soluzioni, o almeno quelle che sembrano più rilevanti per ridare ossigeno a famiglie e imprese (specie se picole), sempre più asfissiate dalla congiuntura negativa.

L’IMPIGNORABILITA’ DELLA  PRIMA CASA: con questo provvedimento, il Consiglio dei ministri, sembra voler indicare una nuova strada lungo la quale, nel futuro a media scadenza, dovranno scorrere i principi già affermati nella Legge Costituzionale e cioè quelli che difendono e affermano il senso di civiltà che ogni legge, ogni provvedimento della pubblica Amministrazione deve contenere. Questo non solo come norma che prevede “doveri” da parte dei cittadini, ma anche e, soprattutto, precise disposizioni ed obblighi dell’Amministrazione statale che, non può “presumere” di ridurre in povertà coloro i quali mostrano di attraversare un periodo di difficoltà. Posto che, ovviamente, non si parli di recidivi nei mancati pagamenti, oppure di cittadini che godono di una buona posizione economica. Da qui, appunto, il divieto di pignorare la casa, quando questa è adibita ad abitazione non di lusso e il debito non superi i 120.000 euro.

Da qui, il passo successivo è, a dir poco, conseguenziale: la previsione di un’EQUITALIA meno aggressiva, potendosi prevedere una rateizzazione dei propri debiti in 120 rate, in luogo delle precedenti 72. Inoltre, si potranno saltare fino a 8 rate, anche non consecutive, in luogo delle 2 attuali.

Il Governo, nella previsione di spesa ha deciso di cancellare dalle BOLLETTE ELETTRICHE 135 mln di euro afferenti i costi di produzione dell’energia “rinnovabile”, normalmente gravanti sul consumatore finale, spostandoli in conto alle società che operano in questo preciso settore. Insomma, le aziende che operano nel settore delle energie alternative o rinnovabili non godranno più di un finanziamento da parte dei consumatori, sino ad oggi stabilito in forza di una politica che spingeva nella direzione dell’energia pulita o eco-sostenibile. Ma non solo, il cdm ha anche deciso di tagliare tutta una serie di sussidi, valutandoli ora in relazione del prezzo del gas metano e non più del petrolio (ovviamento più costoso). Una revisione, questa, che da sola darà un beneficio di ben 550 mln di euro, a vantaggio di famiglie e imprese.

RIDUZIONE DEI TASSI alle piccole imprese, con la messa a disposizione dal 2014 al 2016 di ben 5 mld di euro, che saranno concessi a tasso agevolato attraverso le Banche  e la Cassa Depositi e Prestiti (ente operativo del Ministero dell’Economia). Il governo, tuttavia, si farà carico di coprire la differenza tra i tassi applicati sul mercato e quelli applicati alle imprese, attraverso uno stanziamento aggiuntivo di 400 mln di euro in 5 anni.

RILANCIO DELL’EDILIZIA, attraverso uno storno di capitali che erano stati inizialmente destinati ad altre opere pubbliche che, allo stato, sono ferme per svariate ragioni, o che sono considerate NON più immediatamente necesarie: la TAV Torino-Lione (segnerà il passo ancora per un anno) e il Ponte sullo stretto di Messina (che continua ad assorbire importanti risorse finanziarie, anche comunitarie). Ben 3.000 mld di euro che andranno destinati all’apertura di nuovo cantieri o a velocizzarne altri parcheggiati, nel frattempo, per mancanza di liquidità o finanziatori: metropolitane di Milano, Roma e Napoli, solo per fare un esempio. Si calcola, pertanto, che i nuovi cantieri produranno ben 30 mila posti di lavoro.

Per ridare ossigeno alla NAUTICA italiana, arrivano le revisioni relative alla tassa di lusso, voluta dal governo MONTI, e che colpiva le imbarcazioni dai 14 metri in su. La nuova tassazione, invece, prevede un azzeramento della tassa per le imbarcazioni sino ai 14 metri, ed un dimezzamento delle quote dovute per le imbarcazioni oltre i 14 metri.

Un occhio attento, finalmente, anche alla INNOVAZIONE E RICERCA (considerato da sempre una sorta di “cenerentola” della politica) con la destinazione di ben 100 mln di euro in due anni, attraverso la previsione del fondo “Grandi progetti per l’innovazione e la ricerca”. Inoltre, è stata riconosciuta alle Università e agli Enti di ricerca la facoltà di assumere, elevando dal 20 al 50% il turn-over, cioè il limite di spesa consentito, rispetto all’anno precedente. Una notevole concessione, se si considera che, a regime, saranno assunti ben 1.500 professori ordinari e 1.500 ricercatori di fascia B.

Anche la politica della gestione per lo sviluppo DELL’AGENDA PER L’ITALIA DIGITALE, subisce una accelerazione e sarà gestita interamente dalla Presidenza del Consiglio, che avrà a capo del progetto un Commissario di governo, il Dr. Francesco CAIO. Nel frattempo, un provvedimento è stato già adottato: la liberarizzazione del mercato dei collegamenti in wi-fi. I cittadini, nell’immediato futuro, potranno dialogare con la pubblica Amministrazione, attraverso la “posta elettronica certificata”.

Finalmente si cerca di mettere un po’ di ordine nel caos della legiferazione afferente il settore dell’ERARIO: saranno individuati due giorni ( 1° gennaio – 1° lugio) per il pagamento di quanto dovuto, da parte dei cittadini.

GIUSTIZIA CIVILE: il Ministro Anna Maria CANCELLIERI, preso atto che l’arretrato del dicastero è giunto ad un livello tale che rischia di collassare da un momento all’altro, ha parlato di “terapia d’urto”, per descrivere la sua cura che, già a partire dai prossimi mesi, dovrebbe rimettere ordine attraverso la nomina di 400 magistrati “onorari” (selezionati tra i magistrati in pensione e i professori universitari o comunque insegnanti esperti di diritto civile e penale), l’assegnazione di 30 ulteriori magistrati alla Cassazione. Inoltre, nascerà  “l’Ufficio del Giudice”: assistenti del giudice saranno incaricati di preparare le sentenze, allo scopo di velocizzare i tempi della giustizia. Insomma, nelle previsioni del ministro si dovrebbero poter smaltire circa 1,2 milioni di pratiche. Nel provvedimento testè varato, è prevista, ancora, la “mediazione obbligatoria”, che era stata “congelata” dalla Corte Costituzionale per motivi riconducibili a vizi procedurali ma che, a giudizio del ministro CANCELLIERI, sono stati risolti.

Un aiuto, infine, arriva per famiglie meno abbienti, attraverso la previsione di BONUS PER STUDENTI MERITEVOLI.  Ovvero “Borse per la mobilità” con un fondo previsto di 19 mln di euro, per agevolare studenti meritevoli che desiderano iscriversi a corsi di laurea  (anno accademico 2013-2014) presso università statali e non (anche magistrali) fuori dalla propria regione di residenza.

Tutte le trasmissioni televisive d’attualità si stanno occupando del nuovo decreto legge da Ballarò di questa sera alle 21:05, con la puntata dal titolo “La politica discute, l’Italia paga“ a Porta a porta con Quanto c’è “da fare”?

Informazioni su Faber

Nato e cresciuto a Milano. Dopo un breve periodo trascorso in Sicilia nella provincia siracusana ha conseguito il diploma di ragioniere e perito commercialista, per poi lavorare per il Ministero della Difesa. Da un anno si è trasferito a Palermo dove si occupa di assistenza per il personale civile e militare, dipendente dal Ministero della Difesa. Per alcuni anni a Torino e in Piemonte, sempre per conto del Ministero, si è occupato del settore pubbliche relazioni. Nell'anno accademico 2009/2010 ha conseguito una laurea di primo livello in Scienze dell'Amministrazione presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Siena. Ha sempre nutrito un forte interesse per la storia europea in particolare, soprattutto sotto il profilo politico-economico e sociale.
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